I RAEE, ovvero i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, rappresentano una categoria di rifiuti in continuo aumento, a causa della rapida evoluzione tecnologica e della frequente sostituzione dei dispositivi elettronici. Tra questi, i RAEE professionali occupano un posto specifico, differenziandosi nettamente dai RAEE domestici non solo per origine, ma anche per utilizzo e modalità di smaltimento. Se sei un artigiano o gestisci un’impresa, conoscere come gestire correttamente questa tipologia di rifiuti è fondamentale per rispettare la normativa e contribuire alla sostenibilità ambientale. Approfondiamo insieme il tema.
La classificazione dei RAEE: le categorie
I RAEE sono suddivisi in sei categorie principali secondo le normative europee:
- Apparecchiature per lo scambio di temperatura (es. frigoriferi, condizionatori).
- Schermi, monitor e apparecchi con superfici superiori ai 100 cm² (es. TV, computer).
- Lampade (es. lampade fluorescenti, LED).
- Apparecchiature di grandi dimensioni (es. lavatrici, stampanti professionali).
- Apparecchiature di piccole dimensioni (es. telefoni, utensili elettrici).
- Piccole apparecchiature IT e per telecomunicazioni (es. smartphone, router).
Queste apparecchiature possono essere usate sia in ambito professionale che domestico; la distinzione dipende dall’uso e non dalle caratteristiche tecniche. Approfondiamo ora questa differenza più nel dettaglio.
La differenza tra RAEE professionali e RAEE domestici
La principale differenza tra RAEE professionali e domestici risiede nell’origine del rifiuto:
- RAEE domestici: derivano da dispositivi utilizzati in ambito privato o familiare. Parliamo di apparecchiature come aspirapolvere, televisioni, microonde e piccoli elettrodomestici da cucina. Il loro smaltimento segue circuiti specifici per i rifiuti urbani.
- RAEE professionali: sono i rifiuti legati alle apparecchiature progettate per essere utilizzate in ambito lavorativo o industriale. Esempi tipici sono i server, i macchinari per ufficio, gli strumenti medici, i sistemi di illuminazione per aziende e le apparecchiature da laboratorio. A differenza dei RAEE domestici, il loro smaltimento è spesso responsabilità del detentore (azienda o professionista), salvo diversi accordi con il produttore. Il processo richiede una gestione dedicata, con obblighi ben precise per il detentore.
RAEE professionali: alcuni esempi
Come già accennato, i RAEE professionali comprendono apparecchiature che svolgono funzioni specifiche in ambito lavorativo o industriale. Andiamo più nello specifico portando alcuni esempi:
- Apparecchiature IT e per telecomunicazioni: server, data center, workstation, dispositivi di archiviazione NAS, router industriali.
- Sistemi di illuminazione: lampade e sistemi di illuminazione ad alta efficienza utilizzati in capannoni, uffici e impianti industriali.
- Strumenti di misura e controllo: bilance professionali, strumenti per test di laboratorio, rilevatori di gas e altri dispositivi di monitoraggio industriale.
- Macchinari industriali: componenti elettronici di robot, sistemi di automazione, motori elettrici e centraline elettroniche.
- Dispositivi medici: elettrocardiografi, macchine diagnostiche, apparecchiature per la chirurgia e strumenti per laboratori di analisi.
Grazie al continuo aggiornamento normativo, queste apparecchiature sono monitorate in tutte le fasi del ciclo di vita, dal ritiro fino al riciclaggio o allo smaltimento.
Gli obblighi normativi e la gestione certificata dei RAEE professionali
La gestione dei RAEE professionali è disciplinata dalla Direttiva Europea 2012/19/UE recepita in Italia tramite il D.Lgs. 49/2014. Questa normativa mira a garantire un trattamento sicuro e certificato dei rifiuti elettronici, promuovendo il recupero delle materie prime e riducendo al minimo l’impatto ambientale.
Per le aziende, ciò implica specifici obblighi, come conservare i RAEE in condizioni di sicurezza fino alla loro raccolta, affidarne il trattamento a operatori autorizzati e certificati, e assicurare la completa tracciabilità dei rifiuti attraverso una documentazione conforme, come formulari e registri. La mancata osservanza di queste disposizioni può comportare non solo sanzioni legali, ma anche un significativo danno alla reputazione aziendale.
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